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Autore Il labirinto del fauno di G.DelToro
kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 28-12-2006 09:50  
quote:
In data 2006-12-28 01:44, AlZayd scrive:
Vorrei solo dire due cosette.

Che il film possa non piacere, bene, anzi meglio, ma paragonare, o scambiare, la parte favolistica, o favolosa.., con un cartone della Disney (come asserisce Sandro) e dire che il finale sia scontato, ecc (come leggo sopra), a me francamente non risulta proprio. Potrei perfino arrivare a dire che oggettivamente così non è. Gli stessi detrattori o i poco entusiasti - più pareri sentiti in giro - non negano che il finale sia più che apprezzabile e insolito (meno buonismo o lieto fine del solito, anzi della regolatta fissa) e che le "animazioni", figure, iconografie, location e suggestioni fiabesche, siano di gusto tutto europeo non avendo nulla a che vedere con i film americani (che ci hanno oramai "colonizzati", direi fin troppo).

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 28-12-2006 alle 01:46 ]


ti quoto
il film ha un gusto e un fascino tutti suoi e assolutamente particolari, almeno questo gli va riconosciuto
non c'entra niente la disney (ma proprio niente) e anche Burton c'entra molto alla lontana
solo sleepy hollow ha suggestioni simili, ma cmq più manierose mai così sanguigne, vivide e orrorifiche

il discorso sulla violenza gratuita mi lascia freddo
la violenza non deve servire solo a scopi narrativi o contenutistici ma anche a creare determinati stati d'animo, suggestioni, brividi o per ricollegarsi (molto consapevolmente) all'autenticità delle fiabe europee in cui il lato horror e talvolta graguignolesco era l'altra faccia della medaglia del lato fantasy



[ Questo messaggio è stato modificato da: kagemusha il 28-12-2006 alle 09:52 ]

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Igraine

Reg.: 15 Nov 2006
Messaggi: 1223
Da: Cremona (CR)
Inviato: 28-12-2006 12:46  
quote:
In data 2006-12-28 01:44, AlZayd scrive:
Vorrei solo dire due cosette.

Che il film possa non piacere, bene, anzi meglio, ma paragonare, o scambiare, la parte favolistica, o favolosa.., con un cartone della Disney (come asserisce Sandro) e dire che il finale sia scontato, ecc (come leggo sopra), a me francamente non risulta proprio. Potrei perfino arrivare a dire che oggettivamente così non è. Gli stessi detrattori o i poco entusiasti - più pareri sentiti in giro - non negano che il finale sia più che apprezzabile e insolito (meno buonismo o lieto fine del solito, anzi della regolatta fissa) e che le "animazioni", figure, iconografie, location e suggestioni fiabesche, siano di gusto tutto europeo non avendo nulla a che vedere con i film americani (che ci hanno oramai "colonizzati", direi fin troppo).




Una cosa soltanto. Come fai a dire che il finale non risulta scontato? Quando Ophelia con il bambino in braccio deve sacrificarlo per poter accedere al suo regno, non hai pensato che la cosa non sarebbe andata in porto? Io si, e anche che alla fine si sarebbe sacrificata lei, era palese. L'unica cosa a cui non avevo pensato era che sarebbe stato il capitano a spararle.
_________________
... e sedetti sotto un albero, piegai le ginocchia e mi presi la testa tra le mani come l'elfo addolorato di una fiaba ...

SCELTI DALLE TENEBRE

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 28-12-2006 14:56  
giàggià, la disney non c'entra niente, epperò è pieno zeppo di rimandi, non solo ad Alice, che potrebbero essere a sostegno della mia tesi. ma daltrònde non sono io ad aver scritto "basta un gessetto per disegnare ed aprire, sul un muro della violenza adulta, dell'oltraggio, la porta delle Meraviglie.
Alice abita ancora qui.., in maniera più drammatica, "
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 28-12-2006 15:55  
quote:
In data 2006-12-28 14:56, sandrix81 scrive:
giàggià, la disney non c'entra niente, epperò è pieno zeppo di rimandi, non solo ad Alice, che potrebbero essere a sostegno della mia tesi. ma daltrònde non sono io ad aver scritto "basta un gessetto per disegnare ed aprire, sul un muro della violenza adulta, dell'oltraggio, la porta delle Meraviglie.
Alice abita ancora qui.., in maniera più drammatica, "



sarebbe come dire che full metal jacket c'entra qualcosa con ufficiale e gentiluomo
di cui ricalca addirittura una battuta
solo che lo fa per ribaltarne completamente gli intenti e il fine ultimo

nel labirinto del fauno compare il bianconiglio, solo che compare già bello che morto e appeso a testa in giù

ma poi non è una questione di citazioni.
Del toro semplicemente non c'entra nulla con l'estetica, lo stile e la maniera di raccontare disneyana

la frase che citi non so chi l'ha detta, illuminami





[ Questo messaggio è stato modificato da: kagemusha il 28-12-2006 alle 15:58 ]

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 28-12-2006 20:15  
'ha detta alzayd cinque pagine fa.
ma poi di che stiamo a parla', non ho mica detto che è girato come un cartone dea disney
_________________
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 28-12-2006 23:08  
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In data 2006-12-28 14:56, sandrix81 scrive:
giàggià, la disney non c'entra niente, epperò è pieno zeppo di rimandi, non solo ad Alice, che potrebbero essere a sostegno della mia tesi. ma daltrònde non sono io ad aver scritto "basta un gessetto per disegnare ed aprire, sul un muro della violenza adulta, dell'oltraggio, la porta delle Meraviglie.
Alice abita ancora qui.., in maniera più drammatica, "



A me risulta che il racconto di Alice nel paese delle meraviglie sia una creatura di Lewis Carrol, una roba dell'800, e che prima e meglio di Disney sia stato illustrato, iconografato (lo stesso scrittore rende testimonianza di tale valenze raffigurative, essendo stato anche sensibile fotografo dell'infanzia) secondo stilemi stilistico-immaginifici - nonchè, ovviamente, letterari e poetici -, di ben altro gusto e spessore, come dicevo, tutto europeo. Per fare un altro altrettanto illustre esempio, potrei anche ricordarti che Pinocchio è di Collodi e non del suddetto Disney. Ad libitum.
Io mi riferivo in tutta evidenza all'Alice di Carroll, dato che nella mia recensione, da cui stralci un frammento che da solo suona monco, parlo invero di questa puntuale connessione con l'immaginario favolistico della vecchia Europa.

Sono guasti questi della colonizzazione kulturale ammerikana che a quanto pare non ha risparmiato neanche te. Ma già lo sapevo. Questa volta Sandro, hai detto una solennissima cazzatona, di gran lunga più grande assai di quella sulla dissolvenza incrociata di Ladri di biciclette! Ah.., preparati, ad hollywood ne stanno fabbricando un remake e vedrai che, seguitando con questo andazzo, tra due generazioni al massimo non si dirà più che l'autore di quel film è un certo De Sica.., ma uno dei tanti mercenari della mdp in seno alla premiata fabbrica delle ullusioni artificiali che viene dall'ovest.

Come vedi qui non ci sono tesi da sostenere, ma cazzate che sarebbe meglio non dire, come certe improbabili arrampicate sugli specchi che non favoriscono la (tua ) digestione!

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 28-12-2006 23:15  
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In data 2006-12-28 12:46, Igraine scrive:
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In data 2006-12-28 01:44, AlZayd scrive:
Vorrei solo dire due cosette.

Che il film possa non piacere, bene, anzi meglio, ma paragonare, o scambiare, la parte favolistica, o favolosa.., con un cartone della Disney (come asserisce Sandro) e dire che il finale sia scontato, ecc (come leggo sopra), a me francamente non risulta proprio. Potrei perfino arrivare a dire che oggettivamente così non è. Gli stessi detrattori o i poco entusiasti - più pareri sentiti in giro - non negano che il finale sia più che apprezzabile e insolito (meno buonismo o lieto fine del solito, anzi della regolatta fissa) e che le "animazioni", figure, iconografie, location e suggestioni fiabesche, siano di gusto tutto europeo non avendo nulla a che vedere con i film americani (che ci hanno oramai "colonizzati", direi fin troppo).




Una cosa soltanto. Come fai a dire che il finale non risulta scontato? Quando Ophelia con il bambino in braccio deve sacrificarlo per poter accedere al suo regno, non hai pensato che la cosa non sarebbe andata in porto? Io si, e anche che alla fine si sarebbe sacrificata lei, era palese. L'unica cosa a cui non avevo pensato era che sarebbe stato il capitano a spararle.




Ciò che può sembrare palese non è necessariamente scontato. Non è solo nella "storia" il tratto di originalità (o meno), ma, soprattuto, nel modo in cui viene raccontata.
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 28-12-2006 23:17  
quote:
In data 2006-12-28 09:50, kagemusha scrive:
quote:
In data 2006-12-28 01:44, AlZayd scrive:
Vorrei solo dire due cosette.

Che il film possa non piacere, bene, anzi meglio, ma paragonare, o scambiare, la parte favolistica, o favolosa.., con un cartone della Disney (come asserisce Sandro) e dire che il finale sia scontato, ecc (come leggo sopra), a me francamente non risulta proprio. Potrei perfino arrivare a dire che oggettivamente così non è. Gli stessi detrattori o i poco entusiasti - più pareri sentiti in giro - non negano che il finale sia più che apprezzabile e insolito (meno buonismo o lieto fine del solito, anzi della regolatta fissa) e che le "animazioni", figure, iconografie, location e suggestioni fiabesche, siano di gusto tutto europeo non avendo nulla a che vedere con i film americani (che ci hanno oramai "colonizzati", direi fin troppo).

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 28-12-2006 alle 01:46 ]


ti quoto
il film ha un gusto e un fascino tutti suoi e assolutamente particolari, almeno questo gli va riconosciuto
non c'entra niente la disney (ma proprio niente) e anche Burton c'entra molto alla lontana
solo sleepy hollow ha suggestioni simili, ma cmq più manierose mai così sanguigne, vivide e orrorifiche

il discorso sulla violenza gratuita mi lascia freddo
la violenza non deve servire solo a scopi narrativi o contenutistici ma anche a creare determinati stati d'animo, suggestioni, brividi o per ricollegarsi (molto consapevolmente) all'autenticità delle fiabe europee in cui il lato horror e talvolta graguignolesco era l'altra faccia della medaglia del lato fantasy

[ Questo messaggio è stato modificato da: kagemusha il 28-12-2006 alle 09:52 ]



Io quoto te.
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 29-12-2006 04:35  
non ho probemi ad ammettere l'errore sulla tua frase che ho quotato riguardo alice, davo per scontato che ti riferissi al film.
d'altronde tale errore cambia ben poco del mio (non)discorso.


per il resto, c'è poca roba che trovo più sterile dello sparare a zero su hollywood, sula cultura americana, sugli americani, etcetera.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 29-12-2006 16:07  
quote:
In data 2006-12-28 23:08, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-12-28 14:56, sandrix81 scrive:
giàggià, la disney non c'entra niente, epperò è pieno zeppo di rimandi, non solo ad Alice, che potrebbero essere a sostegno della mia tesi. ma daltrònde non sono io ad aver scritto "basta un gessetto per disegnare ed aprire, sul un muro della violenza adulta, dell'oltraggio, la porta delle Meraviglie.
Alice abita ancora qui.., in maniera più drammatica, "



A me risulta che il racconto di Alice nel paese delle meraviglie sia una creatura di Lewis Carrol, una roba dell'800, e che prima e meglio di Disney sia stato illustrato, iconografato (lo stesso scrittore rende testimonianza di tale valenze raffigurative, essendo stato anche sensibile fotografo dell'infanzia) secondo stilemi stilistico-immaginifici - nonchè, ovviamente, letterari e poetici -, di ben altro gusto e spessore, come dicevo, tutto europeo. Per fare un altro altrettanto illustre esempio, potrei anche ricordarti che Pinocchio è di Collodi e non del suddetto Disney. Ad libitum.
Io mi riferivo in tutta evidenza all'Alice di Carroll, dato che nella mia recensione, da cui stralci un frammento che da solo suona monco, parlo invero di questa puntuale connessione con l'immaginario favolistico della vecchia Europa.

Sono guasti questi della colonizzazione kulturale ammerikana che a quanto pare non ha risparmiato neanche te. Ma già lo sapevo. Questa volta Sandro, hai detto una solennissima cazzatona, di gran lunga più grande assai di quella sulla dissolvenza incrociata di Ladri di biciclette! Ah.., preparati, ad hollywood ne stanno fabbricando un remake e vedrai che, seguitando con questo andazzo, tra due generazioni al massimo non si dirà più che l'autore di quel film è un certo De Sica.., ma uno dei tanti mercenari della mdp in seno alla premiata fabbrica delle ullusioni artificiali che viene dall'ovest.

Come vedi qui non ci sono tesi da sostenere, ma cazzate che sarebbe meglio non dire, come certe improbabili arrampicate sugli specchi che non favoriscono la (tua ) digestione!



quote:
[i]sandrix81
Inviato: 29-12-2006 04:35

non ho probemi ad ammettere l'errore sulla tua frase che ho quotato riguardo alice, davo per scontato che ti riferissi al film.
d'altronde tale errore cambia ben poco del mio (non)discorso.


per il resto, c'è poca roba che trovo più sterile dello sparare a zero su hollywood, sula cultura americana, sugli americani, etcetera.



E invece cambia. Non ti sei solo limitato, come al solito, a stra-capire_volgere la mia frase, ma hai, nella buona sostanza, in assoluto, dimostrato di non aver capito una questione di fondamentale importanza per quanto riguarda lo spirito del film che, con un approccio del tutto orbo, hai criticano invano, sulla base di un grave ed evidentissimo errore di valutazione, la dove sarebbe stato facile invece farla dentro la tazza.

Non sparo a zero su ciò che dici, in maniera indiscriminata (adoro la cultura americana, molto variegata - di sicuro non quella col "K" che piace a te -, adoro il cinema americano, di quella Hollywood meno mercantile su cui non gravi un cielo colro vaniglia.., ecc) miro invece a quel centro specifico che mi sta sul kazzo. Ma che te lo dico affare, l'onestà intellettuale se il millantatore non ce l'ha, non se la può creare seduta stante. Avrai delle ventose al posto della mani. Indovina perchè?

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 29-12-2006 18:18  
Perché sono Spiderman.
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 29-12-2006 19:34  
Lunga è la gavetta per ambire a tanto, per ora accontentati ...
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Midknight

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3555
Da: Perugia (PG)
Inviato: 12-03-2007 04:05  
quote:
In data 2006-11-27 02:00, AlZayd scrive:
Meraviglia! Si esce dalla sala pieni di stupori e con il cuore in subbuglio. Siamo tutti un po’ Ofelia.., è la nostra stessa infanzia ad essere raccontata con rara leggerezza di tocco, senso vivo dell'immaginazione, della fantasia, della bellezza.
Straordinarie le ambientazioni, reali e favolose; bellissime icone di un antico immaginario favolistico, le “creature” della psiche sono ben progettate, disegnate, “animate”, una vera sorpresa/delizia. Luoghi e stati d'animo, dell'incubo e del sogno, di notevole impatto visivo ed emozionale, nonostante il regista rinunci ai tronfi e consunti effetti ed affetti speciali di matrice hollywoodiana, che siano il fine è non il mezzo della rappresentazione. Banditi i muscolosi e nevrotico-isterici movimenti di macchina con musiche ottundenti che cercano con la loro invadenza di sopperire al vuoto espressivo, al virtuosismo fine a se stesso, ci siamo liberati per una volta di quel modo di girare che ormai, da lustri, rappresenta un clichè mille volte visto, che fa ricorso a mezzi colossali ed elefantiaci, dinosauri, solo per raccontare storielle morali, banali, infarcite di vieti sentimentalismi di facile e ricattatoria presa.
Le musiche originali di Javier Navarrete, composizioni di prim'ordine, di tessitura assai fine, sono usate con estrema accortezza e discrezione, e, nel gioco di raffinata sottolineatura, mai si sovrappongono al pathos visivo, né all'ampiezza del respiro narrativo, immaginifico e poetico. Davvero notevole il brano - sorta di "cantata" per coro ed orchestra che ricorda le profonde elegie di un Gabriel Faurè - che sfuma con i titoli di coda, quasi a voler trattenere fino all'ultimo istante l'incanto che a malincuore vediamo svanire sullo schermo ma che seguita a vivere nella mente e nel cuore.
Da tempo non si vedeva sul grande schermo un film di "genere" cosi avvincente, appassionante, misterioso, favolistico nel senso più autentico e "patetico" del termine, allorchè Del Toro non spiega tutto e pure tutto dice su quanto occorre dire del mondo "incantato" del fanciullo, della tradizione favolistica europea, nonostante si tratti di un'opera messicana che tuttavia risente del passaggio culturale ispanico.
Un film ben diretto (potremmo dire in modo "classico"); montaggio, fotografia, interpretazioni (cast eccellente, deliziosa la piccola Ivana Vaquero nei panni di Ofelia; sempre brava, anzi in crescendo Maribel Verdú, memorabile interprete di Y tu mama tambien, di A. Cuaron coproduttore della pellicola di De Toro), scrittura coerente e lineare, senza sbavature e ridondanze, dove con grande stile visivo, visionario e narrativo, si pongono in parallelo e s'incastrano mirabilmente i doppi piani del sogno e della veglia, negli incubi della vita reale, negli orrori della guerra, nelle evasioni e scappatoie che solo i bambini sono capaci di immaginare e "creare": basta un gessetto per disegnare ed aprire, sul un muro della violenza adulta, dell'oltraggio, la porta delle Meraviglie.
Alice abita ancora qui.., in maniera più drammatica, nel sorprendente mondo che un regista come Guillermo del Toro - già autore del più che felice, e altrettanto immaginifico, La spina del diavolo - regala allo spettatore.
La fotografia dai colori "gotici", oscuri, densi, con tutte le gamme dei verdi marci, dei marroni e dei grigi, evoca atmosfere inquietanti e dolorose, a tratti familiari, riconoscibili, già "vissute", e ci sembra quasi di sentire gli odori della terra, della natura, del bosco bagnato, delle acque, delle brume e del sangue; gli odori e i sapori delle cucine in cui le donne preparano il rancio per la guarnigione franchista. Carnale, fisico, “sangriente”, pur nelle astrazioni, IL LABIRINTO DEL FAUNO resta un'opera profondamente legata sentimento arcaico, al canto ineffabile, pregno di antiche “voci”, della terra. Al mondo dell’inconscio.
Si parla di esagerazioni e di modo didascalico e caricaturale di ritrarre il capitano Vidal, l'aguzzino franchista, e così tutta la canagliesca guarnigione seguito. A mio avviso - per quanto pure conti nell'economia filmica questa legittima e motivata valenza politica e “idealista” -, la ragione di una scelta che porti anche a mostrare ciò che corrisponde a una verità storica inoppugnabile, andrebbe soprattutto ricercata nel fatto che tutte le favole "nere" - quelle mitiche, di antica tradizione europea, e di altri continenti ed angoli della Terra - hanno quasi sempre un patrigno o una matrigna malvagi, crudeli e violenti, dai quali il bambino - ne va della sua crescita - si deve difendere, emancipare, al limite uccidendo, non solo metaforicamente, il padre-padone, o madre-madrigna, l'"orco", o la "strega", terribili entità che incarnano il male assoluto, “cattivi” fino in fondo, senza possibilità di ritorno. In tutte le favole è insito, quale aspetto irrinunciabile, il dicotomico gioco del bene e del male, nettamente contrapposti e pure con infinite sfumature e possibilità d’interpretazione. A nulla serve inoltre speculare sulle presunte incongruenze narrative, che non si ravvisano, e che se pure ve ne fossero sarebbero del tutto funzionali, dunque epidermiche e ininfluenti ai fini del risultato, nel film fantastico.
Alle scene di violento realismo (la storia centrale, di raccordo, che narra le vicende di un gruppo di resistenti repubblicani, a guerra finita, braccati dai fascisti - ma sorvolo sulla sinossi, la si potrà leggere altrove) si alternano e contrappongono quelle del sogno e del mondo favolistico che Ofelia evoca, “materializza”, e in cui trova rifugio, unica via d'uscita dagli orrori e dalle brutture del mondo che la circonda.
Ciò mi suggerisce un'idea di contrapposizione tra il mondo barbaro, violento, criminale ed illegittimo dei franchisti che trascinarono la Spagna, devastandola, in una delle più terribili e sanguinose guerre civili che la storia non solo moderna ricordi, e quel mondo della fantasia, dell'immaginazione, dell'ingegno, della creatività, dell'arte, della poesia che covava all'interno di una nazione soffocata, repressa, dilaniata, oltraggiata. Dopo la morte di Franco e il ritorno della democrazia, verrà il tempo dell'agognata rinascita culturale e spirituale, alla luce del sole. La piccola Ofelia, in fondo - suggestione che mi sento di mettere sul piatto - incarna, simboleggia lo spirito di Lorca, di Picasso, di Bunuel, di Dalì, di Mirò, di Alberti.., e di tutta una nutrita generazione di poeti, scrittori, cineasti, pittori, musicisti, ecc, della ricchissima Spagna culturale ed artistica, costretti alla fuga, all'esilio, quando non morti ammazzati, da un regime criminale che Del Toro ben descrive, senza alcuna forzatura ed esagerazione - con la sua raffinata, trasfigurante, ancorchè nerissima favola per adulti.
Il finale è triste, amaro, tragico.., ma all’interno di un “sogno” catartico e poetico, a modo suo anch'esso "reale". Muore un corpo innocente, non lo spirito trascendente ed universale dell'arte che tale corpo vivo, pur essendo morto, incarna, per la quale non occorre immolare neppure una goccia di sangue.

C'è da augurarsi che Guillermo Del Toro non ceda, al pari di altri suoi colleghi connazionali, ex rappresentanti di un cinema indipendente che metteva in scena l'autentico e complesso macrocosmo messicano, universalizzandolo, al canto ingannatore della sirena hollywoodiana.

Già pubblicato in
Cinemaplus



[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 27-11-2006 alle 02:40 ]



Cos'altro aggiungere?quoto ogni parola di Alz,un film stupendo che ti rimane dentro molto dopo i titoli di coda.Del Toro crea i due mondi e ti ci trascina dentro di prepotenza,riesci a sentirti appiccicata addosso l'umidità delle stanza,ad annusare il profumo della terra bagnata,ad assagiare il sapore dei chicchi d'uva,le fate ti ronzano nel orecchio...Stupende le musiche che accompagnano il film senza mai irrompere prepotentemente pretendendo di fare da protagonista.Ho pigiato rewind un paio di volte per gustarmi la musica dei titoli di coda e per rimandare l'addio al reame del labirinto.
Unica cosa che posso aggiungere è l'uso stupendo dei tanto criticati effetti speciali,che fnno il loro lavoro senza strafare e senza esplodere in un fuoco d'artificio visivo spettacolare ma inutile.Probabilmente non se ne è mai parlato proprio perchè passano inosservati e fusi con il mondo al quale contribuiscono a dare vita.

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Midknight

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Inviato: 12-03-2007 04:10  
Rileggendo la recensione di Alz e mettendo in moto i miei 4 neuroni ho capito che nel ultimo paragrafo ti riferisci a Cuaròn e children of men,quindi una cosa che non condivido c'è ma è tutto un altro paio di maniche.Quindi dis-quoto l'ultimo paragrafo dal resto

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AlZayd

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Da: roma (RM)
Inviato: 12-03-2007 16:03  
quote:
In data 2007-03-12 04:10, Midknight scrive:
Rileggendo la recensione di Alz e mettendo in moto i miei 4 neuroni ho capito che nel ultimo paragrafo ti riferisci a Cuaròn e children of men,quindi una cosa che non condivido c'è ma è tutto un altro paio di maniche.Quindi dis-quoto l'ultimo paragrafo dal resto






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